La ricerca dei tartufi, è un’esperienza molto apprezzata da tempi remoti, come testimoniato dalla storia.
Andare a caccia del tartufo, significa anche fare un’esperienza sensoriale.
La caccia al tartufo, offre la possibilità di immergersi totalmente nella natura, conoscere il mondo dei tartufi ed avere la possibilità di scoprire boschi meravigliosi.
Trovare i tartufi non è un’impresa facile, questa attività richiede molta attenzione. Facendo affidamento sui vostri sensi, imparerete ad ascoltare i rumori della natura, annusarne gli odori e riscoprire le meraviglie della terra, spesso dimenticate nella quotidianità della vita.
Conoscere la natura
Sotto quali alberi cercare il tartufo?
I tartufi, si sviluppano in determinate zone in base alle caratteristiche del terreno ed il grado di umidità.
Questi funghi “ipogei”, crescono sotterranei in simbiosi con le radici di alcune specie di piante. In questo rapporto di simbiosi, il tartufo assorbe le sostanze nutritive della pianta e, a sua volta, le fornisce i sali minerali di cui necessita per la sua crescita.
Non tutti i tartufi si trovano nello stesso tipo di terreno. Tuttavia, la Quercia è una delle piante predilette per la crescita di questo tipo di fungo. Alla famiglia delle querce, appartengono:
• Rovere (Quercus Petraea), questo tipo di quercia è il miglior simbionte per il Tuber Magnatum Pico. Più comunemente conosciuto come tartufo bianco pregiato, è la specie di tartufo più preziosa in assoluto tanto dal punto di vista gastronomico quanto da quello economico.
come il nome stesso indica, è una pianta che ama i luoghi pietrosi ben drenati. Molto simile alla Farnia, con cui si ibrida spesso dando origine a degli alberi di difficile determinazione, presenta una chioma più aperta, con rami più dritti.
• Roverella (Quercus pubescens Willd), è la specie di quercia più diffusa in Italia nonché ottima per lo sviluppo dei tartufi neri.
Questo tipo di pianta, è resistenete all’aridità e capace di adattarsi anche a climi relativamente freddi.
Rispetto le altre quercie, è facilmente riconoscibile anche d’inverno, in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami. Inoltre, la rusticità e la plasticità di questa pianta, unite alla vitalità della ceppaia, hanno permesso alla roverella di resistere agli interventi distruttivi dell’uomo per secoli.
• Farnia (Quercus Robur), nelle cui vicinanze crescono tartufi bianchi e neri; è la quercia più diffusa in Europa e famosa per la sua longevità, grazie al fusto dritto e robusto che si allarga alla base come per rafforzare la pianta e i rami che con il passare del tempo divengono sempre più massicci.Questo albero dal portamento maestoso ed elegante, in quanto pianta isolata, si presenta con una chioma espansa, molto ampia e irregolare. Tuttavia, nei boschi, la sua chioma ha un aspetto ovale ed allungato, con fusto alto e dritto.
• Leccio (Quercus Ilex), tipica pianta per la produzione di tartufi neri. Detta anche elce, è una pianta molto diffusa nei paesi del bacino del Mediterraneo. Il leccio, è generalmente un albero sempreverde che può arrivare fino a 20-25 metri!
Per rendere ancora più speciale questa esperienza potete condividerla con un caro e fidato amico dell’uomo!
A breve pubblicheremo sul nostro sito un articolo dedicato ai cani da tartufo.