Diceria o realtà, non lo sappiamo, ma di certo, fin dai tempi più remoti, è considerato un amico dell’amore.
Le ipotesi scientifiche
Negli ultimi decenni del Novecento, cominciarono a diffondersi delle ipotesi scientifiche riguardo l’aspetto afrodisiaco del tartufo.
Le prime risposte, sono arrivate dalle università di Lubecca e di Monaco, in cui gli scienziati hanno confermato che gli effetti afrodisiaci del tartufo sono reali.
Nel 1978 un’èquipe del dipartimento di Psicologia dell’Università di Birgmingham effettuò un esperimento scientifico tramite una campionatura basata sul genere maschile. L’esperimento, prevedeva due gruppi ai quali venivano mostrate delle fotografie di donne e dovevano dare una valutazione con un punteggio da 1 a 10. A metà dei volontari, prima di esprimere il loro giudizio, venne fatto annusare del tartufo bianco.
Dall’esperimento, è emerso che i volontari che hanno annusato il tartufo hanno pronunciato dei voti più alti rispetto agli altri.
Nel 2011, il test venne ripetuto in occasione della “Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari” di Gubbio, con gli stessi risultati.
Secondo diverse ipotesi, il suo potere stimolante deriva dal forte profumo che emana. Gli scienziati, infatti, hanno confermato che nel tartufo sono presenti ottanta componenti aromatiche.
Tra le molecole del tartufo, in particolare quello bianco, sono state trovate tracce di sostanze odorose che agiscono a livello olfattivo, tanto nell’uomo quanto in certi animali e che determinano un’attrazione inconsapevole per l’altro sesso.
Il vero motivo che rende il tartufo un alimento afrodisiaco, è dato dalla presenza dello steroideo che contiene un profumo intenso. In altri tartufi invece, è stata riconosciuta l’alfa–androstenolo una sostanza simile al testosterone. Tutto ciò, ha contribuito a definire il tartufo un cibo afrodisiaco.
La sua alea afrodisiaca, è dovuta anche dallo status symbol che esso rappresenta fin dai tempi di Lucrezia Borgia. Si dice, infatti che, oltre ad essere dedita al lusso ed alla vita agiata, apprezzasse particolarmente i tartufi anche per le sue note virtù afrodisiache.
Con il passare del tempo quindi, i “poteri” afrodisiaci del tartufo sono stati raccontati ma, non provati scientificamente. Nel 1825, lo scrittore del primo trattato gastronomico Fisiologia del gusto, Brillat Savarin ha affermato che:
“il tartufo non è un afrodisiaco, ma in certe circostanze può rendere la donna più affettuosa e l’uomo più cavaliere”.
Per lo più, un appuntamento a lume di candele a base di tartufo ha senza dubbio il suo fascino.
E già questo aiuta 🙂
Per suggerimenti sui piatti a base di tartufo, non esitate a consultare il nostro ricettario!